giovedì 24 marzo 2011

L'attaccamento...Il comportamento dei bambini...

Molte mamme mi chiedono perchè i loro bambini, a partire dagli otto o nove mesi, piangono quando vengono lasciati con la nonna o al nido anche se fino a quel momento non accadeva oppure si nascondono e mostrano diffidenza di fronte ad estranei.
Questi comportamenti,che si manifestano in maniera preponderante intorno ai nove mesi di vita, sono parte integrante dello sviluppo del bambino e della realzione di attaccamento con il genitore

Angoscia da separazione: Il bambino soffre per l'assenza della persona verso cui ha sviluppato una relazione di attaccamento: risponde alla madre quando è presente e la cerca attivamente quando non c'è.

Paura dell'estraneo: le persone estranee non vengono più accolte in modo indiscriminato ma trattate con circospezione o attivamente ignorate.

Quali conquiste cognitive richiedono questi comportamenti del bambino?

La memoria di riconoscimento, che gli permette di distinguere la figura verso cui ha sviluppato l'attaccamento rispetto alle altre, e la costanza dell'oggetto cioè la capacità di essere consapevoli dell'esistenza degli oggetti anche in loro assenza.
All'inizio i bambini si comportano sulla base del principio "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" ciò implica che se viene presentato un oggetto l'orientamento verso esso cessa nel momento in cui non è più presente a livello percettivo.
Solo verso gli otto mesi i bambini divengono capaci di cercare un oggetto nel momento in cui viene nascosto.
La costanza della persona richiede la stessa abilità: sapere che una persona continua ad esistere anche quando non è presente è indispensabile per creare una relazione "duratura".
Per quanto riguarda la paura dell'estraneo, verso i nove mesi la reazione è più di diffidenza che di paura: il bambino interrompe la sua attività e osserva attentamente la persona. Durante questo intervallo avviene un processo di valutazione cognitiva che farà si che il bambino si rilassi e si avvicini all'estraneo oppure mostri una reazione di paura e si allontani.

Questi comportamenti, quindi, non devono essere valutati in maniera negativa da parte dei genitori oppure come una vera e propria regressione da parte dei loro bambini.
Questo perchè sono essenziali nella creazione e affermazione della relazione elettiva con il genitori, sottendono abilità complesse e stanno alla base dello sviluppo sociale del bambino stesso.


2 commenti:

  1. Salve Tania,
    mio figlio Alessandro ha sei anni e frequenta la prima elementare, devo dire con mia enorme soddisfazione, con ottimi profitti!
    Solo che non essendo ancora scolarizzato è sempre agitato e non sta mai fermo in classe. Sin da piccolo l'ho sempre massaggiato, ora sembra gradire la schiena, hai suggerimenti per farlo calmare un pò?
    Saluti, Federica.

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  2. Ciao Federica,
    é bellissimo che tu sia riuscita a continuare il massaggio ed è dimostrazione del fatto che il contatto fisico per i bambini è molto importante anche quando crescono.
    E' normale che a questa età i bambini preferiscano il massaggio sulla schiena.
    Puoi provare a proporlo prima di andare a dormire oppure, se gradisce, al ritorno da scuola per "scaricare" la tensione accumulata durante la giornata! La cosa importante è che per lui sia un gioco, quindi, via libera a storie disegnate sulla pelle privilegiando magari i temi che ti stanno più a cuore in questo caso magari la routine scolastica..Buon divertimento!!!

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