mercoledì 30 marzo 2011

Ninna Nanne...

Queste ninna nanne mi hanno accompagnato nella mia infanzia...Le ricordo con calore e dolcezza...



Ninna nanna, ninna – oh!
Questo bimbo a chi lo do?
Lo darò alla Befana
che lo tiene una settimana.
Lo darò all’Uomo Nero
che lo tiene un mese intero.
Ninna nanna, ninna - oh!



Stella stellina
la notte s’avvicina
la fiamma traballa
la mucca è nella stalla
la mucca e il vitello
la pecora e l’agnello
la chioccia coi pulcini
la gatta coi gattini
la capra ha il suo capretto
la mamma ha il suo bimbetto.
Ognuno ha la sua mamma
e tutti fan la nanna.







giovedì 24 marzo 2011

L'attaccamento...Il comportamento dei bambini...

Molte mamme mi chiedono perchè i loro bambini, a partire dagli otto o nove mesi, piangono quando vengono lasciati con la nonna o al nido anche se fino a quel momento non accadeva oppure si nascondono e mostrano diffidenza di fronte ad estranei.
Questi comportamenti,che si manifestano in maniera preponderante intorno ai nove mesi di vita, sono parte integrante dello sviluppo del bambino e della realzione di attaccamento con il genitore

Angoscia da separazione: Il bambino soffre per l'assenza della persona verso cui ha sviluppato una relazione di attaccamento: risponde alla madre quando è presente e la cerca attivamente quando non c'è.

Paura dell'estraneo: le persone estranee non vengono più accolte in modo indiscriminato ma trattate con circospezione o attivamente ignorate.

Quali conquiste cognitive richiedono questi comportamenti del bambino?

La memoria di riconoscimento, che gli permette di distinguere la figura verso cui ha sviluppato l'attaccamento rispetto alle altre, e la costanza dell'oggetto cioè la capacità di essere consapevoli dell'esistenza degli oggetti anche in loro assenza.
All'inizio i bambini si comportano sulla base del principio "lontano dagli occhi, lontano dal cuore" ciò implica che se viene presentato un oggetto l'orientamento verso esso cessa nel momento in cui non è più presente a livello percettivo.
Solo verso gli otto mesi i bambini divengono capaci di cercare un oggetto nel momento in cui viene nascosto.
La costanza della persona richiede la stessa abilità: sapere che una persona continua ad esistere anche quando non è presente è indispensabile per creare una relazione "duratura".
Per quanto riguarda la paura dell'estraneo, verso i nove mesi la reazione è più di diffidenza che di paura: il bambino interrompe la sua attività e osserva attentamente la persona. Durante questo intervallo avviene un processo di valutazione cognitiva che farà si che il bambino si rilassi e si avvicini all'estraneo oppure mostri una reazione di paura e si allontani.

Questi comportamenti, quindi, non devono essere valutati in maniera negativa da parte dei genitori oppure come una vera e propria regressione da parte dei loro bambini.
Questo perchè sono essenziali nella creazione e affermazione della relazione elettiva con il genitori, sottendono abilità complesse e stanno alla base dello sviluppo sociale del bambino stesso.


domenica 13 marzo 2011

Di ritorno...

Sono appena tornata da Bologna dove ho seguito l'aggiornamento per insegnare il massaggio anche al bambino più grande...è stato un week-end molto bello, ricco e rilassante.
Ancora un passetto in più per permettere alle mamme, che non hanno potuto imparare a massaggiare i loro bambini da piccini, di massaggiare i loro figli.

Tempo per metabolizzare le informazioni ricevute...
Tempo per farle mie...
Tempo per organizzare questo corso...

Sarà una sfida molto grande per me...

martedì 8 marzo 2011

Hush-a-bye..

Questa ninna ninna americana è molto bella...Perchè non cantare ai nostri bambini in una lingua diversa?!?

Hush-a-bye, don't you cry,
Go to sleepy little baby.
When you wake, you shall have,
All the pretty little horses.
Blacks and bays, dapples and greys,
Go to sleepy you little baby,
Hush-a-bye, don't you cry,
Go to sleepy little baby.
Hush-a-bye, don't you cry,
Go to sleepy little baby,
When you wake, you shall have,
All the pretty little horses.
Way down yonder, down in the meadow,
There's a poor wee little lamby.
The bees and the butterflies pickin' at its eyes,
The poor wee thing cried for her mammy.
Hush-a-bye, don't you cry,
Go to sleepy little baby.
When you wake, you shall have,
All the pretty little horses


lunedì 7 marzo 2011

L'attaccamento.. John Bowlby..

Parlando di attaccamento non si può non far riferimento a John Bowlby che ha fornito la versione più completa sulla formazione dell'attacamento.
Per Bowlby il bambino piccolo possiede "una predisposizione biologica" che lo porta a sviluppare un attaccamento per chi si prende cura di lui, indispensabile per la sua sopravvivenza.
Ciò implica la necessità di avere a disposizione mezzi che inducano e mantengano la vicinanza con il genitore: il pianto, il sorriso, la lallazione, l'aggrapparsi, il seguire il genitore che saranno efficaci solo se presi in considerazione dalla figura di attaccamento.

L'attaccamento ha dunque la funzione biologica di proteggere la prole e quella psicologica di fornire sicurezza.

L'attaccamento può essere diviso in quattro fasi:

PREATTACCAMENTO da 0 a 2 mesi.
Il bambino mette in atto comportamenti in modo indiscriminato tesi a promuovere la vicinanza di chi si prende cura di lui. Il sorriso, per esempio, è rivolto a qualsiasi essere umano.

SVILUPPO DELL'ATTACCAMENTO da 2 a 7 mesi.
Le persone familiari sollecitano nel bambino risposte di attaccamento più pronte e più intense rispetto a quelle evocate da sconosciuti. Il cambiamento però non è ancora marcato: il bambino accetta in modo indiscriminato cura e attenzione da chiunque.

ATTACCAMENTO BEN SVILUPPATO da 7 a 24 mesi.
Verso i 9 mesi le risposte di attacacmento sono concentrate su persone specifiche e persone non familiari possono essere accolte con diffidenza e timore. Da questo momento in poi le persone che si prendono cura del bambino non sono più intercambiabili.

RELAZIONE GESTITA IN FUNZIONE DELL'OBIETTIVO dai 24 mesi in su.
Da questo momento in poi i bambini divengono capaci di comportarsi con intenzionalità, pianificano le loro azioni in base ad obiettivi e sono in grado di prendere in considerazione i sentimenti e gli obiettivi dell'altro.
Per esempio il pianto può essere utilizzato per richiamare l'attenzione della madre e, quando questo segnale non funziona, è possibile che il bambino lo sostituisca con un altro (chiamare, seguire al madre...)

Un altro aspetto fondamentale che compare in questa ultima fase è costituito dai MODELLI OPERATIVI INTERNI.
Verso i due anni i bambini non solo sviluppano una rappresentazione interna del mondo interno ma anche un modello di se, delle persone che lo circondano e delle relazioni che hanno con queste persone.
Questi modelli fungono da guida per il bambino: gli permettono di anticipare le azioni degli altri e pianificare un'adeguata risposta.

Perchè sono così importanti?
I modelli operativi interni stanno alla base della creazione del modello di sè cioè di come il bambino crea, a livello interiore, la propria immagine.
Si creano sulla base dell'esperienza vissuta dal bambino con le figure con cui  ha creato una relazione di attaccamento e rispecchiano la qualità della relazione con esse.
Se la madre è affettuosa  e benevola, il bambino si aspetterà che la madre sia disponibile come porto sicuro e svilupperà verso essa sentimenti positivi.
Se la madre è fortemente punitiva e respinge il bambino, lo indurrà a provare un senso di fallimento e considerarsi di scarso valore.
Ne consegue che la relazione di attaccamento ha implicazioni psicologiche che vanno al di là del legame stesso.