venerdì 1 ottobre 2010

La relazione di attaccamento

John Bowlby, psichiatra inglese, è stato colui che ha richiamato l'attenzione sul ruolo della madre nell'organizzazione emozionale del bambino  e sulla funzione che la relazione di attaccamento ha sullo sviluppo sociale e sull'autonomia del piccolo.
Il legame madre-bambino è il risultato di uno schema di comportamento innato, il cui significato va ricercato nella protezione dai predatori e dai pericoli da parte di chi si prendeva cura di lui e cioè la madre.

Sono pre-programmati
  • Comportamenti come piangere, sorridere, aggrapparsi detti comportamenti di attaccamento poiché favoriscono la vicinanza del bambino alla madre.
  • La sensibilità ai segnali del figlio da parte della madre, la sua capacità di decodificarne il tipo di pianto, la sua propensione ad accorrere quando il bambino ha bisogno di lei.
  •  La tendenza della madre a farsi incantare dal sorriso dei figli, a rimanere accanto a lui, a parlargli.
Tutto ciò implica, per esempio, che prendere in braccio il proprio bambino che piange non è un rinforzo che rende il bambino viziato ma una risposta adeguata ad un segnale di disagio. I piccoli con madri pronte a rispondere al loro pianto già nei primi tre mesi di vita con il passare del tempo piangono di meno.

Lo sviluppo del legame di attaccamento attraversa quattro fasi:
  1. Dalla nascita fino a circa il secondo mese di vita. Il piccolo manifesta i comportamenti di attaccamento come il pianto, il sorriso, l'aggrapparsi, ma si tratta di segnali che non presuppongono una discriminazione tra persone né prodotti in modo intenzioanle anche se la mamma da significato ad essi
  2. Dal secondo mese fino verso i sei, otto mesi. Il bambino produce e orineta seganli per lo più verso la madre che è colei da cui riceve conforto.
  3. Dai sei , otto mesi fino ai due anni. Il bambino mantiene una relazione preferenziale con la madre con la locomozione o con altri segnali: la segue carponi, piange se si allontana, esplora l'ambiente utlizzandola come base sicura.
  4. Dai diciotto mesi in poi. Tra il piccolo e la madre si crea una relazione reciproca che ha come scopo comune darsi conforto e mantenere la vicinanza. Ora non è più solo la madre a mantenersi disponibile ad ogni necessità del piccolo ma anche il bambino inizia a adattarsi alle necessità della madre. Tutto ciò è legato ad un accrescimento delle capacità linguistiche e di memoria e alla possibilità di rappresentarsi mentalmente gli eventi.
Il bambino diviene così capace di crearsi modelli interni dell'attaccamento, delle rappresentazioni mentali di se stesso e degli altri che riflettono la storia della sua relazione con la figura materna. Tutto ciò avrà un ruolo fondamnetale in diversi ambiti di sviluppo del bambino.

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